Porsi la questione della conoscenza, della pratica e della tutela del patrimonio culturale salentino vuol dire innanzitutto conoscerlo bene.
Definire in modo completo cosa si intenda per patrimonio culturale di un popolo non è semplice e ancora oggi non si è riusciti ad individuare una definizione esaustiva. Il patrimonio culturale può essere considerato come l’insieme degli aspetti spirituali, materiali, intellettuali ed emozionali unici nel loro genere che contraddistinguono un popolo. Esso non comprende solo l’arte e la letteratura, ma anche i modi di vita, i valori, le tradizioni e le credenze.
In questo contesto, anche la danza rientra nel patrimonio culturale.
Una ricerca sulle antiche e suggestive feste popolari di un tempo permette senza dubbio di studiare la danza etnica, all’insegna della riscoperta delle antiche tradizioni locali
Da sempre le antiche danze sono legate a feste campestri, alla pigiatura dell’uva,alla mietitura del grano, alle feste patronali, alle divinità pagane, ai rituali d’iniziazione, alle danze di guerra. In Salento l’antica danza è legata al pizzico della tarantola dal quale si guariva solo grazie all’ausilio della musica detta “pizzica”.
Il rito terapeutico si svolgeva allora con l’aiuto della musica, e i tarantati, ipnotizzati dal ritmo musicale, entravano in uno stato di incoscienza e ballavano fino a cadere stremati, portando alla morte la tarantola.
Per secoli il fenomeno ha “intrigato” molti medici e studiosi i quali, giungevano in Puglia per constatare di persona il fenomeno: la cura delle malattie attraverso la musica e la danza ha sempre destato vivo interesse, perché significa percorrere strade diverse dalla medicina ufficiale, le strade della bio-energetica, come vengono definite.
La pizzica prevede movimenti come rotazioni su se stessi, brevi avvicinamenti confidenziali, giri legati e “mosse” con chiaro riferimento al corteggiamento.
In alcune zone si pratica la forma duellata della pizzica, riservata però solo agli uomini: è detta pizzica scherma e prevede molti modi diversi di schermare, con lo scopo di radunare nelle piazze migliaia di persone trascinate dal suono del tamburello ed ipnotizzate dal ritmo incalzante delle ballate.
Durante le ballate della pizzica, numerosi e vari sono gli strumenti utilizzati come il tamburello lo strumento più rappresentativo della cultura musicale salentina, il violino strumento terapeutico per i morsi della taranta, la chitarra strumento di accompagnamento in tutte le forme musicali, le classiche nacchere, l’antica armonica a bocca, e ancora flauto e mandolino.