La pizzica, la celebre danza popolare salentina, accompagnata dal suono frenetico di tamburelli ed organetti, violini e flauti, ha una tradizione antichissima, che la fa risalire a riti ed usanze religiose e culturali dell’era pre-cristiana.
Una danza che ha tutti i connotati di un rito d’altri tempi: la musica frenetica ipnotica e ripetitiva, la magia del ballo che comprende forti richiami simbolici ad un mondo culturale contadino.
Ed in più anche la componente esorcistica, nel fatto che deriva da una danza che un tempo aveva la funzione di curare le cosiddette “tarantolate”, quelle donne affette da uno stato di malessere generale che le faceva cadere in trance oppure a comportamenti provocatori e a forme di “pazzia” che la popolazione locale pensavano essere causate dal morso di un piccolo ragno presente nelle campagne meridionali.
Nel corso del tempo, via via che la tradizione curativa della pizzica veniva meno, la popolazione non ha smesso di tramandarsi le danze e la musica della pizzica, trasformandole però in un tratto distintivo del folklore locale.
E’ stato questo il motivo principale per cui la pizzica è riuscita ad arrivare fino ai nostri giorni, ed a stimolare intorno a se un accresciuto interesse, che ha visti protagonisti soprattutto i giovani, che come artisti o ricercatori, studenti o musicisti, si sono impegnati a recuperare l’antica tradizione, andando direttamente a cercare quei pochi musicisti anziani che avevano ancora un ricco repertorio da tramandare, e proponendo essi stessi la pizzica non più solo come semplice ricordo folkloristico del passato ma come un vero e proprio tratto culturale distintivo della regione salentina.
E questo ha anche significato la nascita spontanea di tanti gruppi di giovani musicisti che hanno voluto recuperare il repertorio della pizzica e riproporlo nelle piazze, nelle strade e nelle sale da concerto. Ben presto, da fenomeno per pochi appassionati, la pizzica si è rivelata capace di ammaliare sempre più persone, fino a diventare un appuntamento immancabile di sagre e feste, ed a cui vengono dedicati seguitissimi festival, come la celebre Notte della Taranta che si tiene ogni anno a Melpignano, un piccolo centro salentino che ospita per l’occasione migliaia di persone avvolte dalla musica e dalle danze.
Artisti e musicisti che non solo hanno attinto a piene mani dal repertorio classico, ma hanno ance saputo sperimentare contaminazioni inedite ed originali, miscelando alle musiche tradizionali ritmi e sonorità provenienti da altri mondi culturali e musicali, talvolta, con ottimi risultati.
Tanti i gruppi, e difficile citarli tutti, I Tamburellisti di Torrepaduli sono conosciutissimi per il lavoro di divulgazione culturale del mito delle tarantolate, oltre che ottimi ed attivissimi musicisti. Lu Rusciu Nosciu, un gruppo di giovani che ha voluto contrapporre la bellezza della musica e della tradizione della pizzica ad un presente troppo frenetico ed innaturale come quello dei tempi moderni, riproponendo la tradizione della pizzica come un antidoto al veleno della vita contemporanea.
Analoga riproposta della pizzica come “cura” dai mali della vita moderna anche nel programma costitutivo di un altro gruppo conosciutissimo, Alla Bua, formatosi proprio sulle strade dove da tempo immemore si balla la pizzica nelle feste di paese.
Officina Zoè, un gruppo, anch’esso di giovani, che ha voluto esplorare a fondo il magico mondo della pizzica-pizzica, la danza popolare salentina che ha legami fortissimi con l’antica tradizione musicale del Salento.
Gli Avleddha, che cantano in grecanico, e Aria Frisca sono altri gruppi di musicisti che alla pizzica si sono dedicati con passione. Molto spesso, a fianco del progetto musicale, i gruppi propongono una frenetica attività divulgativa della tradizione della pizzica e delle sue tante valenze culturali e sociali per il territorio.