La funzione del colore nella pizzica è notevole. Una delle componenti del rituale indiavolato che si scatenava intorno alle tarantolate era infatti la presenza di diversi fazzoletti o stracci di stoffa variamente colorata che facevano parte della coreografia del ballo.
Ma i colori non avevano solo una funzione estetica, ma erano uno degli strumenti principe del tentativo di esorcizzare il male dal corpo della vittima.
Una delle tradizioni popolari più conosciute riguardo alle tarantolate è il fatto che essere sembrano essere particolarmente sensibili ai colori, tanto da gettarsi addosso a coloro che avessero indossato un indumento o portassero una stoffa di un colore che poteva scatenare nella tarantolata una immediata reazione, in genere di carattere aggressivo.
E’ per questo motivo che anche nel momento del rituale intorno alla donna da esorcizzare si dispongano tutta una serie di nastri e stoffe colorate: vuole la tradizione infatti che qualora si riesca ad individuare il colore che fa agitare la malata si possa stracciare il pezzetto di stoffa corrispondente, contribuendo in questo modo ad alleviare il malessere o addirittura, in concomitanza con la musica a farlo sparire, almeno fino all’anno successivo, quando immancabilmente il male si ripresenterà.
E’ questo un altro dei motivi per cui gli studiosi della pizzica e del rito delle tarantolate sono così convinti che essa abbia origini ancestrali, perchè colori e musica sono stati da tempo immemore i fondamentali supporti di molta parte degli antichi riti pagani, e, psicologicamente, gli stimoli più intensi dei nostri sensi più importanti, la vista e l’udito.