Secondo la credenza popolare il tarantismo era uno stato di malessere, provocato dal morso di una tarantola, che si manifestava soprattutto nei mesi estivi quando i contadini spesso vestiti con pochi abiti si recavano nelle campagne per mietere il grano.
Sempre secondo le credenze popolari dal morso della tarantola si poteva guarire solo grazie all’ausilio di un particolare tipo di musica chiamata appunto “la pizzica” a cui si aggiungevano danze e colori. Si era praticamente di fronte ad una sorte di esorcismo musicale, coreutico e cromatico. Molto spesso si riteneva che fossero le ragazze ad essere colpite dal morso della tarantola. A questo punto nelle loro case o in piazze pubbliche si accompagnavano dei musici che utilizzando tutti gli strumenti che avevano a disposizione (tamburelli, organetti ed altro), davano vita ad un ritmo frenetico con lo scopo di far ballare, sudare e cantare le ragazze fino allo svenimento.
Si pensava che mentre la Tarantata,cioè la ragazza morsa, ballasse per ore ed ore, anche il ragno soffrisse e si consumasse fino a scoppiare. A questo punto la ragazza si credeva graziata da S. Paolo e veniva portata presso la sua cappella a Galatina, dove beveva l’acqua sacra del pozzo ivi adiacente e ripeteva un breve rito.