La pizzica, ed il fenomeno delle tarantolate sono uno degli aspetti che testimoniano la permanenza all’interno della cultura popolare delle popolazioni salentine di antichi rituali di origine pagana, che nonostante la forte presenza della cristianità, e la profonda devozione per i santi ed il culto cristiano, non sono stati scalfiti che in parte ed hanno saputo mantenere viva e vivace la loro permanenza, complice il fatto di essere legati a profonde tradizioni ed esigenze della cultura contadina.
Così non mancano in Salento i riti legati al culto del fuoco. Questi sono presenti in moltissime comunità locali, dalle famose focare di Novoli e di Martignano, nel rogo che accompagna l’esplosione del “u’ Pupu” che simboleggia il passato a Gallipoli, tradizione quella dei falò che in Salento sarà affiancata a quella dei fuochi d’artificio che ne costituiranno una variante ancora più pittoresca e vivace., nel corso dei seicento, grazie alla comparsa della polvere da sparo.
I riti pagani sono presenti in altri aspetti della tradizione culturale e religiosa salentina, per esempio nel rito della pietra forata di Calimera, nel quale i pellegrini devono passare attraverso un foro praticato in un monolite risalente al neolitico, in tal modo da rappresentare una sorta di passaggio obbligato verso un futuro di prosperità.
Un altro esempio della persistenza dei riti pagani è l’usanza di adornare i menhir di rami d’ulivo, nel periodo pasquale, evidentemente una tradizione riferita al cristianesimo, ma che si è sovrapposta agli antichi riti che si svolgevano intorno a queste misteriose pietre infisse nel terreno.